Successo della proposta di candidatura determinato dalla partecipazione e collaborazione delle istituzioni e dalla cittadinanza: UNESCO riconosce ai Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato il valore di Patrimonio Mondiale


Che italia becera e cialtrona, nella quale tutti son pronti a gioire per vittorie effimere, invece di lodi e senso di orgoglio, si spara a zero su una vittoria ben più importante e faticosa, che viene da lontano e guarda al futuro.

Ma ormai, in questa Italia di vecchi brontoloni, come accade in vecchiaia, i difetti si amplificano e ciò che li ha sempre distinti, produce negli italiani la sindrome dell'eterna scontentezza e polemica.
Pertanto, in questi giorni che dovrebbero essere di massima gioia ed orgoglio per aver ottenuto il riconoscimento a livello mondiale per un'eccellenza tutta italiana, patrimonio di identità materiale e immateriale, che non potrà mai essere delocalizzata, molto si discute, invece, sulla validità o meno della scelta UNESCO e perfino sulla reale consistenza delle motivazioni.


Il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha riconosciuto i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato come parte integrante del Patrimonio Mondiale, attribuendo, ciò che sfugge a detrattori e polemisti, l'"eccezionale valore universale al paesaggio culturale piemontese".


L’Italia deve molto ai contadini. 
Dall’agricoltura e dallo stretto legame instauratosi sul lungo periodo tra città e campagna deriva gran parte del patrimonio territoriale (culturale, ambientale, produttivo, sociale) di questa bella e sciagurata penisola: la sua economia, il suo paesaggio, le sue differenze regionali e perfino la sua celebrata vocazione urbana. 
Senza l’agricoltura e i connessi flussi di cibo, di energia e di cultura tra mondo rurale e realtà urbane, le città non avrebbero potuto crescere e svilupparsi. Aggiungiamo il mare e le montagne e ci accorgiamo che questi caratteri ambientali di fondo sono stati i protagonisti indiscussi, con l’attività dell’uomo, del complesso e lunghissimo processo storico che ha prodotto una identità italiana in continua evoluzione, le fonti di quell’insieme di risorse che sono state
efficacemente definite come le “felicità d’Italia”.
L’identità, come la storia, è una finestra aperta sul futuro, non soltanto uno sguardo sul passato.
Lo storico sa - ma quanti italiani, che di storia non ne studiano più tanta neanche a scuola, e meno che mai quella legata al territorio italiano, oltre le guerre che vi si sono svolte, forse -, che per il paesaggio si tratta di un processo, di qualcosa di costantemente mutevole, non di un dato inciso sulla pietra: l’identità non è solo ciò che siamo stati, ma anche ciò che siamo e ciò che vorremmo e vorremo essere. 


Il successo della proposta di candidatura è stato determinato, come per i Giochi Invernali, dalla partecipazione e dalla collaborazione delle istituzioni coinvolte e dalla cittadinanza, che hanno visto in prima linea schierati il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in qualità di coordinatore e di supporto tecnico-scientifico, la Regione Piemonte, promotrice dell'iniziativa e l'Associazione dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, referente e gestore del sito, le Province di Alessandria, Asti e Cuneo.

Il processo di candidatura è stato lungo e complesso, avviato nel 2006 con l'iscrizione nella Tentative List italiana del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, da parte del gruppo di lavoro interministeriale permanente per il Patrimonio Mondiale dell'UNESCO e seguito nelle diverse fasi dall'Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l'Innovazione (SiTI) del Politecnico di Torino, e supportato dalla Regione Piemonte, dal Segretariato Generale del MiBACT, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Torino, Asti, Cuneo, biella e Vercelli.

Il riconoscimento, quindi, è stato ottenuto dai nostri paesaggi vitivinicoli per "l'eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica, fatta di Borghi e Castelli, della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino", e testimonianza del profondo legame tra il territorio, il patrimonio costruito degli insediamenti, e l'attività agricola che hanno trasformato il paesaggio.

Consiglio vivamente di visitare il sito del Touring Club Italiano dove vedrete che non di solo Vino ma Arte, cultura, sapori, natura: 10 motivi per visitare il bellissimo territorio piemontese

Altre Info:
http://paesaggivitivinicoli.it
www.langheroero.it
www.astiturismo.it 
www.alexala.it
Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO: whc.unesco.org
Ufficio Patrimonio Mondiale UNESCO – MiBAC: www.unesco.beniculturali.it
Commissione nazionale italiana UNESCO: www.unesco.it/cni/


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