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Antonio Inchingoli |
“Ci sono più società commerciali,
attività diversificate e meno imprese a conduzione famigliare, che
caratterizzano invece i Paesi in via di sviluppo”. Così Antonio
Inchingoli, presidente dell’Icra, nel suo intervento al IV congresso
mondiale cattolico sulla vita rurale in corso a Roma. Per Inchingoli, è
“sempre più chiaro che le cause del malessere della modernità sono
l’individualismo, la razionalità strumentalizzata e la burocrazia
autoreferenziale, laddove l’uomo, per natura, è da sempre un essere
sociale e politico”. In questa “confusione di interessi”, bisogna
ripensare “l’etica ecologica: è in gioco - ha spiegato - il rapporto con
le esperienze elementari del vivere. Terra, aria, acqua e fuoco sono
doni che vanno al cuore della relazione con Dio, con i fratelli e con il
mondo”. Inchingoli ha dunque fissato alcuni obiettivi per perseguire la
“crescita verde”: fornire “elementi di valutazione sulla gestione
socialmente responsabile delle attività” e “promuovere lo sviluppo
rurale nelle località meno abbienti” attraverso “forme di cooperazione
per la coesione sociale e la crescita responsabile del territorio”.
Vincenzo Conso, segretario generale Icra, ha ripercorso la storia
dell’associazione, nell’ottica dell’“incontro e del confronto”
all’interno di una “cornice di pensiero”, la ‘Caritas in veritate’, che
consenta una “nuova ripartenza” per “alimentare il nostro sentirci
Chiesa impegnata sul versante dello sviluppo umano”.
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