Pil: l’agricoltura è l’unico settore che cresce, ma le imprese sono ancora oppresse da costi record. Per un reale sviluppo serve una rinnovata politica
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Giancarlo Politi |
“Il segno positivo non sgombra il campo dai tantissimi problemi che oggi - aggiunge Politi - condizionano l’agricoltura italiana. La situazione delle imprese resta critica. Il dato non rischiara per nulla il cupo scenario che ancora incombe sul settore. Per questo motivo rinnoviamo le nostre sollecitazioni al governo a guardare con maggiore attenzione ai problemi degli agricoltori italiani sui quali pendono minacciosi l’Imu sui fabbricati rurali e l’aumento degli estimi catastali dei terreni agricoli. Per non parlare del caro-gasolio che sta mettendo in ginocchio i produttori”.
“Negli ultimi dieci anni - avverte Polit i- più di 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, hanno chiuso i battenti. Solo nel 2011 più di 25 mila sono andate fuori mercato. Il rischio è che, se non si adottano precisi provvedimenti, nei prossimi tre-quattro anni, altre 250 mila aziende rischiano di cessare l’attività”.
“E’, dunque, necessario che vengano adottate politiche nuove tese a valorizzare e sviluppare l’attività imprenditoriale agricola. Oltre alle misure urgenti per rivedere l’Imu in agricoltura e alleggerire il carico del costo oneroso del gasolio, riproponiamo al governo - conclude il presidente della Cia - le nostre priorità: una rinnovata politica agraria, la Conferenza nazionale sull’agricoltura, la programmazione degli interventi e una concertazione alla quale restituire spessore e legittimità”.
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